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Monsoon wedding – Un matrimonio indiano Parte 4  

E finalmente siamo arrivati al momento clou, la cerimonia vera e propria. Ramesh è sempre più agitato, la gente comincia ad arrivare, ma mi aspettavo più gente. Sicuramente c’era più gente la sera prima, in occasione delle foto, ma la mia sensazione è falsata dai nostri matrimoni. Qui è un continuo via-vai, un vociare incessante. Un po’ alla volta le persone si siedono, in lontananza si sentono suonatori, il suono è in avvicinamento ed ecco entrare il corteo dello sposo. Dietro di lui l’uomo dall’ombrello di velluto rosso lo tiene coperto (ma non piove). Il corteo passa alla sinistra dell’altare e Nishkal sale gli scalini. 

Ramesh ci vede in piedi, io ovviamente col telefono in mano per fare foto e video, e mi invita ad avvicinarmi. Guardo Max, lui mi guarda, lo so che vorrebbe che mi sedessi, ma mi avvicino all’altare, Max mi segue e in pochi secondi Ramesh ci ha già fatto salire. Io ormai non faccio più caso a nulla, faccio quello che mi dice Ramesh, lui sa il mio interesse per i riti e i simboli e cerca sempre di metterci nella condizione migliore per goderne. Max ormai mi segue senza protestare. Siamo all’apice del momento inopportuni. Siamo nel tempietto della cerimonia, insieme ai parenti stretti. L’agitazione è ormai alle stelle, Nishkal, dopo aver fatto alcuni giri intorno a una piccola piattaforma  dove si metteranno uno di fronte all’atro i due sposi, viene sistemato in modo da vedere l’ingresso del tempietto, ma davanti a lui viene sistemato un telo a mo’ di separé. Dalla stanza Bride’s esce la sposa, con un bellissimo abito giallo senape. È emozionantissima ed è accompagnata dalle zie. Anche lei viene fatta salire sul palco e mentre gira attorno allo sposo ha un momento di cedimento emotivo. Intorno è il deliro, il tempietto è affollatissimo, da giù gli sposi non si vedono neanche. Si sistema dall’altra parte del telo e il bramino rosso comincia la cerimonia. Non si sente nulla e io, che non sono proprio una pertica, non vedo praticamente niente, così mi giro verso lo schermo per cercare di capire cosa stiano facendo. Il bramino rosso gli fa ripetere delle formule in sanscrito, prima a lui, poi a lei. Le zie intervengono, una signora in sari blu accanto a me risponde al telefono e intavola una chiacchierata. È il deliro totale. Dalla sala entra ed esce gente, non si capisce più niente, ma nel momento culmine, quando Nishkal mostra alla folla la collana che dovrà legare attorno al collo di Varshini, si alza un urlo. Ramesh ha gli occhi che brillano, Suma piange, piango un po’ pure io quando Ramesh si gira e dice: quando Nishkal avrà fatto il nodo lei sarà sua moglie. Finish! Piange pure Max. Il nodo è un tripudio, tutti lanciano il riso sulla coppia, il tempietto è un delirio, la musica impazza. È finito? Sono sposati? Eeeehhh ma quanta fretta!

I due sposi si siedono su due sedie, una di fronte all’altro, tra di loro una tavolino con una ciotola gigantesca. Le loro mani sono unite e tengono una noce di cocco, sulle ginocchia un telo di plastica. La gente si mette in coda. È arrivato il momento della benedizione da parte di amici e parenti, che passano uno a uno a versare del latte sulla noce di cocco e versano del riso sulla testa dei due sposi. E come la sera precedente la coda si autoalimenta. Manik riesce a guadagnare un’ottima posizione e ci chiama per raggiungerlo. Gli facciamo notare che non possiamo passare avanti a tutti, ma lui urla: “Ehi man, this is India!”. Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno. Ci infiliamo e veniamo inglobati dalla coda che ci spinge direttamente alla meta. Fatta la benedizione andiamo mangiare. Quasi 3 ore dopo i due sposi vengono liberati dalla noce di cocco, ma se pensate che sia finito tutto siete solo dei poveri illusi. 

Alle mie spalle Manik sentenzia: “Ora arriva il momento più importante, senza il quale non puoi ritenerli sposati: i 7 passi e le 7 promesse”: Ma come?! Non era il nodo la parte più importante?! No, non solo.

Questa è una parte della cerimonia che mi è piaciuta particolarmente. Se poi non ci fosse stato il via vai sul palco sarebbe stata ancora più emozionante, ma ormai il controllo è stato persa già da un bel po’. La sala è ormai gremita, gente che urla, chiacchiera, si saluta, gli inossidabili musicisti (a proposito, quello vestito come me ormai tamburella le dita con aria distrutta, mentre ne è arrivato una altro a dargli manforte), le zie che non mollano un colpo, i fotografi che fanno ripetere ogni gesto un’infinità di volte. In tutto questo loro due ancora hanno la forza di sorridere, mentre vengono spupazzati a destra e a manca.

Viene acceso il fuoco nel braciere sul palco e inizia il rito. Molto bello, per me molto toccante, se riesci a isolarti dall’inferno che si è scatenato attorno a loro due. I due sposi devono ripetere un mantra e poi si prendono per il mignolo e fanno il giro attorno al fuoco. Quanto sono belli mentre girano mano nella mano. Se penso che sono al loro terzo giorno e che davanti hanno altri due giorni di delirio mi sento male per loro.

Il momento dei sette passi è il più bello. Lui in ginocchio aiuta lei fare un passo alla volta su un tappeto di petali di fiori rossi, gialli e bianchi. Ad ogni passo lui le mette: le cavigliere, due anelli sul secondo dito del piede, due sul terzo, poi lei mette una anello al piede di lui. Per ogni passo viene recitata una promessa, in sanscrito. Manik mi dice che stanno facendo la versione veloce del rito. Se il bramino è puntiglioso ti tiene anche un paio di ore, perché ti spiega approfonditamente ogni promessa. Una prova di resistenza. Devi proprio desiderare ardentemente di sposarti per sottoporti a un massacro del genere.

È arrivato il momento della consegna dei regali, quindi nuova coda! Non sto neanche a dirvi che Suma ci fa salire sul palco dalla parte in cui si scende così passiamo avanti per l’ennesima volta. Lei è la donna più felice dell’universo, stravolta (e ha ancora un giorno pieno di non so ancora cosa relativa al matrimonio, più una mezza giornata di impegno più blando, defaticante direi). Ramesh mi guarda con aria sorniona. “Silbia! How long you and Max together?”.

Gli spiego che siamo insieme da 23 anni, sposati da 17. Lo vedo che scartabella col telefono.

“Sooooo, in 2026 it will be 25 years together” e sorride. 

“Let’s do a ceremony in India! Iu bring a grup, we do a Indian tur and the seremony in my shala!” E fa partire il video della sua famosa festa dei 60 anni. Vedo sullo schermo le porte dell’ascensore della shala che si aprono e Ramesh e Suma salutare e mi vedo già lì con Max.

“Ok, but this time I want a proper outfit!”

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